Benvenuti al Sud

Ogni mattina, o quasi, faccio una lista di impegni da portare a termine.

Ogni mattina, o quasi, qualcuno s’impegna per non farmeli portare a termine.

Oggi è mia madre. Va con degli amici alle cascate di Sersale e Zagarise. Non posso resistere al fascino delle cascate e così guardo sconsolata la mia lista e uso la tattica che tutti i procrastinatori cronici come me conoscono: lo faccio domani.

Nella 500 vecchia si muore di caldo. Il sudore mi scende dalle tempie e quasi sono disgustata da me stessa e pentita di aver detto di sì.

La prima tappa la facciamo a Cropani, per vedere questa famigerata chiesa. La chiesa però, nella migliore delle tradizioni calabresi, non si può visitare. Chiediamo a dei signori seduti cropani_inteno_chiesaal bar se c’è una possibilità di visitarla e loro ci dicono che dobbiamo trovare la signora delle pulizie, perché ha lei le chiavi.

Inizia, quindi, il giallo di Cropani: alla ricerca della signora perduta. Una ragazza ci informa che dobbiamo cercare una persona con una maglia fuxia. Un’altra ci dice che è stata avvistata dal fruttivendolo e il fruttivendolo ci dice che se n’è andata e che non sa come rintracciarla. Un tipo, poi, alla faccia della privacy, ci porta davanti casa sua, dove conosciamo sua figlia, ma della signora neanche l’ombra. Ritorniamo giù per la discesa del paesello e io avvisto una signora dalla maglia fuxia: come dei pazzi la circondiamo e la sequestriamo: “Signora, cercavamo proprio lei”. La Chiesa è particolarissima, con un soffitto in legno dipinto a mano. Riusciamo anche ad accedere al “backstage”, dove la muratura è quella originaria e vi sono conservati con cura oggetti di valore.

Dopo questo momento sacralità, ci mettiamo alla ricerca delle Cascate del Crocchio. C’ero già venuta anni fa, ma allora non si pagava per visitarle. Dopo un breve percorso ci ritroviamo uno spettacolo d’acqua davanti. Dei pazzi completi si tuffano dalla roccia, noi azzardiamo solo i piedi nell’acqua gelida e quasi non ce li sentiamo più.

Da buoni calabresi, la fame si fa già sentire. Chiamiamo allo Scacco Matto di Sersale e dobbiamo essere proprio matti se speriamo di trovare un posto, dal momento che la gente prenota mesi prima. E infatti, il tono non è incoraggiante. Intanto, i pazzi della cascata si stanno avviando a mangiare proprio lì. Ci consigliano altri locali, ma mia madre e i suoi amici, non contenti, decidono di piantarsi davanti allo Scacco Matto per tentare la sorte.

Ovviamente non c’è spazio nel ristorante ma mia madre, con una faccia di bronzo che purtroppo non mi ha trasmesso minimamente, fa presente che in Puglia mettono anche dei tavolini per strada. Ed eccoci seduti senza prenotazione in uno dei locali più affollati in un tavolino in discesa in equilibrio instabile. Mamma-faccia-di-bronzo è inarrestabile e11949293_10155961285730484_3555409295445080649_n dopo cinque minuti ha già puntato un tavolino in veranda che si è appena liberato. Ci spostiamo di tavolo, ritrovandoci seduti accanto ai pazzi della cascata, che hanno un’espressione tra l’incredulo e lo scioccato. Arrivano gli antipasti, che in Calabria sono proprio pasti a tutti gli effetti, tra cui: capicollo, olive, funghi, bruschette, frittata, patate e cicoria, focaccia ai peperoni, eccetera eccetera. Mario ci elenca i primi e per non scontentare nessuno ce li porta tutti e tre. Buonissimi, ma io inizio ad andare in coma da cibo mentre con non so quale coraggio loro hanno anche l’ardire di ordinare i secondi, il sorbetto e il caffè. Ma intanto si mette a diluviare e quindi giù di nuovo a spostarci di tavolo. Sembra di fare al gioco delle sedie.

Dopo pranzo, riusciamo stranamente ancora a camminare per poter visitare le cascate del Campanaro, altro paesaggio sublime. Le rocce assumono un rosso ruggine al contatto
con l’acqua e le cascate sono più alte e imponenti del Crocchio. Di nuovo ritentiamo con i piedi nell’acqua e di nuovo ce li troviamo congelati.

Poi ultima tappa obbligatoria da calabresi prima di ritornare a casa: un fruttivendolo in mezzo alla strada. Perché qui se non mangi per tre quarti della tua giornata, godi solo a metà.

Lascia un commento